Vittorio Emanuele II di Savoia (1861-1878) · Regno d'Italia

5 lire · 1875 · Scudo sannitico 2° tipo · Roma · Argento

5 lire d'argento, coniato nel 1875 a Roma · Argento (Ag) 900‰ · ø 37 mm · peso 25 g · asse di conio a 180° · Rara

Dritto

VITTORIO  EMANUELE  II

Testa del re volta a destra; sotto il collo, FERRARIS. Nell'esergo, 1875.

Rovescio

REGNO  /  D'ITALIA

Scudo sabaudo della croce coronato, con appeso il collare dell'ordine della Santissima Annunziata, tra due rami di alloro legati in basso con nastro. Nell'esergo, R  L • 5.

Contorno

✽ FERT ✽ nodo ✽ FERT ✽ nodo ✽ FERT ✽ nodo (in incuso)

Variante

R/: R del mdz piccola

Altre informazioni

Le monete da 5 lire d'argento coniate a Roma con le datate 1870, 1871, 1872, 1873 e 1875, presentano il marchio di zecca r, posto nell'esergo del rovescio, di dimensioni ridotte rispetto a quello presente nelle stesse monete coniate a Roma con le date 1875, 1876, 1877 e 1878. Si noterà che le monete datate 1875 presentano entrambi i tipi di marchio di zecca. Inoltre, queste monete possono presentare il marchio di zecca leggermente spostato: a destra, a sinistra, in alto o in basso cosiché il medesimo marchio può sembrare più o meno piccolo in virtù della sua distanza dalle altre parti del conio. Queste ultime monete, presentando delle particolarità dovute esclusivamente al posizionamento di una parte mobile del conio, non sono da considerarsi come varianti di conio.

5 lire · Scudo sannitico 2° tipo · Argento

Altre informazioni

Il CNI [I, p. 465, n. 4], cataloga una moneta da 5 lire datata 1861 per Napoli, come presente nella collezione reale. La moneta in questione è giudicata inesistente e Pagani [1982, p 28], poi ripreso da altri autori, ha ipotizzato che si tratti di un esemplare del 1864 con la data truccata. Potrebbe anche trattarsi di una svista del compilatore del CNI [v. supra]; tuttavia, occorrerebbe verificare la sua reale esistenza presso la collezione reale.

Nonostante la Convenzione con la Lega monetaria latina, causa le mutate condizioni economiche, prevedesse che, a partire dal 1862, le monete in argento da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi dovessero essere coniate con il titolo di 835 millesimi ed avere corso legale limitato, quelle da 5 lire continuarono ad essere coniate con il titolo di 900 millesimi e ad avere corso legale illimitato. In questo modo la coniazione delle monete da 5 lire in argento veniva riservata unicamente ai privati, proibendosi implicitamente allo Stato di proseguirne per proprio conto la fabbricazione. Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione delle monete da 5 lire; essi, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861, dovevano pagare, quale diritto di coniazione, 1,72222 lire per ogni chilogrammo d'argento fino lavorato; cosicché, l'argento fino monetato a pieno titolo (900 millesimi), dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 220,50 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'argento a pieno titolo era di 222,22222 lire al chilogrammo. Tuttavia, a seguito di quanto stabilito dalla Convenzione addizionale della Lega monetaria latina del 31 gennaio 1874, si cercò di limitare la coniazione di queste monete e, causa la diminuzione del prezzo dell'argento, si procedette al ribasso dell'accetazione in zecca dell'argento, da 220,50 lire a 218,88 lire al chilogrammo, al fine di impedire che i privati richiedessero ingenti coniazioni con lo scopo di lucrare sulla differtenza di prezzo fra il metallo e la moneta [Carboneri 1915b, pp. 296, 299, 340-341, 482]. Successivamente, fu emanata la L 2651/1875, che autorizzava il governo a dare esecuzione alla citata Convenzione del 1874, e, nel 1877, a seguito uno scambio di note diplomatiche tra i Paesi della Lega, si decise, sempre a causa del continuo deprazzamento dell'argento, di sospendere definitivamente in tutti gli Stati la coniazione delle monete da 5 lire. Fu comunque concesso all'Italia di eseguire nel 1878 un'ulteriore coniazione, poi effettuata sia a nome di Vittorio Emanuele II sia a nome di Umberto I, nel frattempo asceso al trono d'Italia. Infine, a seguito della Convenzione della Lega monetaria latina del 5 novembre 1878, fu sancita la sospensione definitiva della coniazione delle monete da 5 lire, salvo poterla eventualmente riprendere tramite l'accordo unanime degli Stati contraenti. L'Italia, ottenne a stento la facoltà di coniare, utilizzando delle piastre borboniche giacenti presso il Tesoro, un ulteriore quantitativo di monete da 5 lire, rinunciando ad utilizzare le altre monete antiche di argento in ulteriori coniazioni del genere [Carboneri 1915b, pp. 300, 348, 477, tab.]. Tuttavia, in Italia, queste monete furono coniate anche nel, 1901, 1911 e 1914.

Carboneri [1915b, pp. 880-881, tab. B1], riferisce che nel 1866 furono coniati a Torino 5.555 pezzi, per un totale di 27.775 lire, da 5 lire in argento; tuttavia, dato che non si conosce alcuna moneta di questo tipo con questa data, si suppone che il quantitativo in questione sia stato coniato con un'altra data.

Dal 1861 al 1873, l'esercizio delle zecche fu ceduto in appalto, dopodiché fu assunto definitivamente dallo Stato, che vi provvide direttamente con proprio personale. Il RD 288/1861 prescrisse i termini dell'appalto generale della monetazione d'oro e d'argento del Regno, rimasero deliberatarii, per la zecca di Torino, la Banca Nazionale; per quella di Napoli, la società Estivant di Parigi; per quella di Milano, la ditta Talanger et Cie di Parigi. Inoltre, fu effettuato un appalto (a cui ne seguirono altri) per la fornitura di 8 milioni di pezzi di bronzo da centesimi 10, che si aggiudicò la ditta Oeschger et Mesdach et Cie di Parigi, con fonderia e laminatoio a Biache Saint-Vaast. Tuttavia, a principiare dal 1862, l'esercizio temporaneo di tutte le zecche fu assunto, in forza della Convenzione del 21 dicembre 1861, dalla Banca Nazionale, che lo tenne fino al 31 dicembre 1873: le monete, che portano il monogramma composto dalle iniziali bn (Banca Nazionale), sono appunto di questo periodo. Se ne hanno però ancora col millesimo 1874 e 1875, perché l'appalto della zecca di Milano da parte della Banca Nazionale cessò definitivamente soltanto allo scadere di quest'ultimo anno [Carboneri 1915b, pp. 287-288]. Per quanto concerne, invece, la zecca di Napoli, il controllo completo passò alla Banca Nazionale solo dopo il 10 gennaio 1863, quando la società Estivant consegnò l'ultimo quantitativo di monete che si era impegnata a produrre [Mastroianni Bovi 1989, p. 433].

Le monete da 5 lire in argento furono coniate dal 1861 al 1878, complessivamente, in 69.009.287 pezzi, per un totale di 345.046.435 lire, compresi i 5.555 pezzi coniati a Torino nel 1866 con altra data ed esclusi i pezzi del 1870 per Roma, di cui non si conosce il quantitativo. Più precisamente: 21.472 pezzi del 1° tipo, per un totale di 107.360 lire, e 68.987.815 del 2° tipo, per un totale di 344.939.075 lire [Carboneri 1915b, pp. 876-882, tabb. B, B1; Simonetti III, pp. 17, 65, nota 5].

Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.

Scudo sannitico

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100 lire · 1864 · Torino (T in corsivo, [BN]) · Au · R3 · camera_alt
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20 lire · 1867 · Torino (T in corsivo, [BN]) · Au · C · camera_alt
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20 lire · 1868 · Torino (T in corsivo, [BN]) · Au · C · camera_alt
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5 lire · 1875 · Scudo sannitico 2° tipo · Roma · Argento

Stato scheda

Non completata

Oggetto emissione

Moneta

Tipo emissione

Ordinaria

Nominale

5 lire

Valore unità monetaria

5 lire italiane

Tipo

2° tipo

Materiale

Argento (Ag)

Titolo

900‰

Tolleranza titolo

± 2‰

Anno

1875

Diametro

37 mm

Peso legale

25 g

Tolleranza peso

± 3‰

Peso reale

24,80/25,05 g

Asse di conio a

180° (ore 6)

Tipo del dritto

Testa nuda

Legenda dritto
Tipo del rovescio

Scudo sannitico

Legenda rovescio
Variante rovescio

R piccola (fattura marchio di zecca)

Tipo contorno

Con legenda

Legenda contorno
Zecca
Zecca sigla

R

Produzione

Coniazione meccanica al "molinetto" con virola e cordone

Incisore capo
FERRARIS Giuseppe sigla

FERRARIS

Classe di conio

2ª Classe [superficie: bordo deturpato]

Rarità

Rara (R)

Vittorio Emanuele II di Savoia (1861-1878) · Regno d'Italia

Serie

Stati italiani (dall'anno 800)

Monetazione

Regno d'Italia

Autorità

Vittorio Emanuele II di Savoia (1861-1878)

Dinastia

Savoia

Ramo

Carignano

Titolo

Re d'Italia

Ruolo

Re

Modalità

Legittimo

Politica

Stati indipendenti

Periodo unitario italiano

Unità monetaria

Lira italiana (17/07/1861 - 31/12/2001)

Tipi unità monetarie

Moneta effettiva (dal 17/7/1861 al 24/8/1862)

Moneta sussidiaria (dal 1914 al 1959)

Moneta sussidiaria (dal 24/8/1862 al 5/11/1878)

Moneta sussidiaria (dal 5/11/1878 al 1914)

Sistema ponderale
Unità ponderale
Anni

1861, 1862, 1863, 1864, 1865, 1866, 1867, 1868, 1869, 1870, 1871, 1872, 1873, 1874, 1875, 1876, 1877, 1878

Tipi emissione

Commemorativa

Ordinaria

Sperimentale

Materiali

Argento (Ag)

Oro (Au)

Rame (Cu)

Nominali

1 centesimo, Cu 960‰, 1 g

1 lira, Ag 835‰, 5 g

1 lira, Ag 900‰, 5 g

10 Centesimi, Cu 960‰, 10 g

10 lire, Au 900‰, 3,2258 g

100 lire, Au 900‰, 32,258 g

2 centesimi, Cu 960‰, 2 g

2 lire, Ag 835‰, 10 g

2 lire, Ag 900‰, 10 g

20 centesimi, Ag 835‰, 1 g

20 lire, Au 900‰, 6,45161 g

5 centesimi, Cu 960‰, 5 g

5 lire, Ag 900‰, 25 g

5 lire, Au 900‰, 1,6129 g

50 centesimi, Ag 835‰, 2,5 g

50 centesimi, Ag 900‰, 2,5 g

50 lire, Au 900‰, 16,129 g

Tipo del dritto

Testa nuda

Tipi del rovescio

Scudo sannitico

Valore entro semicorona di alloro

Valore entro semicorona di alloro e quercia

Valore su due rami di alloro

Legenda rovescio
Tipi contorno

Con legenda

Godronato

Liscio

Legenda contorno
Zecche

Birmingham, H

Bologna, B

Bruxelles, Testa di San Michele, • [OM] • (OM in nesso)

Bruxelles, • [OM] • (OM in nesso)

Firenze, F

Firenze, F, Mano a pugno

Firenze, F, Vomere

Firenze, FIRENZE, Fascio con scure

Milano, M

Milano, M, BN in rettangolo

Milano, M in corsivo, [BN] (BN in nesso)

Napoli, Senza marchio

Napoli, N

Napoli, N, BN in rettangolo

Napoli, N in corsivo, [BN] (BN in nesso)

Parigi, [OM] (OM in nesso)

Roma, R

Strasburgo, Senza marchio

Strasburgo, • [OM] (OM in nesso)

Torino, T

Torino, T, BN in rettangolo

Torino, T in corsivo, [BN] (BN in nesso)

Produzione

Coniazione meccanica al "molinetto" con virola e cordone

Direttori Zecca

BATTILANA Tommaso, B in scudetto sannitico, Torino

RIDOLFI Luigi, Monti araldici, Firenze

Incisori

CAPPUCCIO Angelo, Senza marchio, Milano

GORI Luigi, L GORI F, Firenze

Incisore capo

FERRARIS Giuseppe, Senza marchio, Torino

FERRARIS Giuseppe, F, Torino

FERRARIS Giuseppe, FERRARIS, Torino

Gigante Fabio
Fabio Gigante
Monete del Regno d'Italia e delle sue Colonie
Digital Encyclopedic Edition
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