Vittorio Emanuele III di Savoia (1900-1936) Re · Regno d'Italia

20 lire · 1908 · Aquila spiegata · Roma · Oro

20 lire d'oro, coniato nel 1908 a Roma · Oro (Au) 900‰ · ø 21 mm · peso 6,45161 g · asse di conio a 180° · Solo alcuni esemplari conosciuti

Dritto

VITTORIO  /  EMANUELE  III

Testa del re volta a sinistra. Nell'esergo, lungo il bordo, SPERANZA.

Rovescio

REGNO  /  D'ITALIA

Aquila spiegata coronata, caricata nel cuore dello scudo perale sabaudo della croce con il fondo rigato. Nell'esergo, lungo il bordo, (nodo d'amore)  L ▴ 20  ✭  R  ✭  1908  (nodo d'amore).

Contorno

Godronato

Altre informazioni

Di questa moneta d'oro da 20 lire datata 1908, del tipo "Aquila spiegata", si conoscono otto esemplari, tre coniati nel 1908 ed altri cinque, di cui non esiste alcuna rendicontazione ufficiale, riconiati successivamente. Lanfranco [1932a, p. 164] ci informa che, di questa moneta, furono coniati pochissimi esemplari (non specifica quanti) per la posa della prima pietra dell'edificio della Zecca di Roma sul colle Esquilino il 27 giugno 1908, per i quali non è stata fatta la regolare emissione e che, pertanto, debbonsi considerare come campioni. Secondo quanto riportato da Carboneri [1915b, p. 843, tab. A1], queste monete sarebbero state coniate in tre esemplari. L'esemplare di questa moneta posto nelle fondamenta del nuovo edificio della zecca di Roma è confermato in un articolo del coevo numero della RIN [1908, p. 504], nel quale è riportanto che "Nel masso travertino che formava la prima pietra, venne immessa con alcune monete dell'anno 1908 una pergamena colla seguente epigrafe: Vittorio Emanuele III Re d'Italia il XXVII Giugno MCMVIII pose la pietra augurale di una nuova zecca in Roma, officina e scuola dell'arte del conio, continuatrice di gloriose tradizioni, propagatrice di nomi e di fatti memorabili alle genti future".

La notizia dei tre soli esemplari conosciuti, riportata da Carboneri [v. supra], e della loro precisa collocazione, a cui si è sempre fatto riferimento, è stata ricavata dal cartellino autografo, redatto da Vittorio Emanuele III, che accompagnava la moneta della Collezione Reale: "Dono del Min. del Tesoro. Ne vennero battuti tre pezzi: 1) questo // 2) uno al Museo della Zecca // 3) uno messo il 27 Giugno 1908 nella fondazione della nuova Zecca."

In seguito, indagini della Guardia di Finanza, effettuate nei primi anni del Duemila, confermarono che queste monete furono coniate, inizialmente, in soli tre esemplari e, di questi, solo uno fu consegnato al Museo della Zecca di Roma. Tuttavia, nel citato Museo, sono conservati tre esemplari di questa moneta, uno accompagnato da una scheda di colore rosso intestata: "Monete Nazionali" e due accompagnati da una scheda di colore giallo intestata: "Prove e progetti di monete Nazionali"; inoltre, il cartellino identificativo che accompagna queste ultime due monete, intestato: "Notizie storiche e numismatiche", riporta la seguente nota: "Non è una prova ma una moneta. Riconiazione postuma (1926?)". Pertanto, le indagini della Guardia di Finanza stabilirono che, successivamente alla prima emissione dei tre pezzi fino ad allora noti, fu effettuata una seconda coniazione di un numero imprecisato di esemplari di questa moneta, che si distinguono da quelli coniati nel 1908 per la differente godronatura del contorno, più rada e del tipo delle successive monete da 20 lire in oro, e per i fondi opachi anziché speculari. Quanto riportato, ha fatto supporre a Luppino (l'ufficiale della GdF che condusse le indagini) che l'accertata riconiazione della moneta d'oro da 20 lire del 1908, sia avvenuta, in Zecca, presumibilmente nel 1926 [Luppino 2009, pp. 406-412].

Nel corso delle sopraciate indagini effettuate dalla Guardia di Finanza nei primi anni del Duemila, fu accertata, presso la Collezione Reale, la mancanza di alcune monete della massima rarità; inoltre, altre monete, sempre della massima rarità, risultarono essere dei falsi. Infine, in abbinamento al cartellino manoscritto del Re afferente alla moneta d'oro da 20 lire del 1908, qui in oggetto, fu trovata una moneta dello stesso tipo datata però 1905. A seguito della consultazione dei registri con i nominativi delle persone che ebbero accesso alla Collezione, ne fu rilevato uno che di acessi ne ebbe diversi ma che, nel frattempo, era deceduto. La perquisizione che seguì la verifica dei registri, effettuata dalla Guardia di Finanza presso l'abitazione della vedova di questa persona, portò al ritrovamento di un esemplare della moneta in oggeto che, sequestrata, fu consegnata al Medagliere del Museo Nazionale Romano; tuttavia, detta moneta fu rifiutata dall'Ente in oggetto in quanto fu negata la possibilità di aver subito dei furti o delle sostituzioni di monete, cosicché la medesima moneta fu restituita alla persona a cui fu sequestrata. Dopodiché, la moneta in oggetto fu venduta, tramite l'intermediazione di una nota Casa Numismatica, alla cifra di 80.000 euro.

Successivamente, nel catalogo della Casa d'Aste sammarinése Aurora Spa n. 33 del 18 marzo 2025, lotto n. 254, è comparso un esemplare del 20 lire 1908 con i fondi speculari e la godronatura del contorno fitta, raffigurato nella presente scheda, presumibilmente quello sequestrato dalla Gurdia di Finanza, poi riconsegnato ed infine venduto.

In merito a quanto affermato da D'Incerti [1956, p. 116], senza citare alcuna fonte: "Il primo di questi [pezzi] fu unito alla pergamena nella pietra inaugurale [dell'edificio della zecca, assieme a tutta la serie del 1908]; un secondo fu offerto a Sua Maestà [che inserì nella Collezione Reale e qualche altro [senza specificare quanti] alle autorità presenti; due pezzi, infine, furono assegnati al Museo della Zecca [di Roma], possiamo agevolmente constatare che, a parte la citazione dell'esemplare destinato alla pietra inaugurale dell'edificio della nuova Zecca, le sue indicazioni risultano non concordare con i fatti; infatti, l'esemplare destinato al Museo della Zecca è solo uno e non due, come dimostrato pure dal cartellino manoscritto del Re. Ciò deriva dal fatto che D'Incerti era a conoscenza della consuetudine in merito alla consegna in detto Museo di due pezzi di ogni moneta prodotta, ma non aveva alcuna contezza in merito a questa specifica consegna; inoltre, la segnalazione in merito a monete distribuite a vari dignitari, anchessa una consuetudine, fu dovuta, sicuramente, al fatto che egli stesso entrò in possesso di un esamplare della moneta da 20 lire del 1908, ma del secondo tipo, quello postumo, in quel momento non ancora identificato. Da qui l'errata ipotersi dei diversi esemplari coniati.

Va comunque rilevato che l'individuazione del 1926 quale anno di riconio di queste monete risulta essere in contrasto con il fatto che nel catalogo dell'asta Florange-Ciani 1922/901, dove fu dispersa la collezione del conte Philippe De Ferrari de La Renotière, comparve un esemplare di questa moneta riconiata, poi aggiudicato a 410 franchi. Dal momento che Philippe De Ferrari de La Renotière scomparve nel 1917, appare evidente che la ribattitura di queste monete avvenne sicuramente prima di quest'ultima data. Un altro esemplare di questa moneta riconiata apparve nel catalogo dell'asta Sotheby & Co 1954/998, dove fu dispersa la collezione dell'ex re d'Egitto Fārūq. Infine, un ulteriore esemplare dello stesso tipo, aggiudicato a 130.000.000 di lire più diritti, apparve nel catalogo dell'asta Varesi 2000/60, relativa alla vendita della collezione di Vico D'Incerti; nella didascalia posta in calce alla moneta, si legge quanto segue: "Di questa moneta, coniata in occasione della posa della prima pietra del nuovo edificio della Zecca, avvenuta il 27 giugno 1908, vennero prodotti solo 10 esemplari; è forse il pezzo più raro di tutta la serie contemporanea italiana". Notizie, queste, provenienti certamente dalla famiglia D'Incerti, ma che, come abbiamo avuto modo di accertare, si riferirebbero alla coniazione complessiva dei due tipi della moneta.

Dal momento che nel Museo della Zecca di Roma è conservata una moneta di bronzo da 10 centesimi del 1908, accompagnata dal cartellino identificativo in cui, come per due i pezzi d'oro da 20 lire del medesimo anno, è riportata la nota: "Riconiazione postuma (1926?)", riteniamo che quest'ultima data costituisca, presumibilmente, l'anno in cui i riconî in oggetto, del 20 lire e del 10 centesimi, furono consegnati al Museo della Zecca di Roma e non quello della loro produzione, avvenuta, tenendo conto dell'asta Florange-Ciani del 1922, certamente prima.

Secondo Lanfranco [1932a, p. 164], le monete d'oro da 20 lire datate 1908, per le quali non fu fatta la regolare emissione, debbonsi considerare come campioni; tuttavia, essendo queste ricavate dal modello delle monete emesse per la circolazione e rientrando il quantitativo prodotto nel contingente stabilito dalla legge, sono da considerarsi, a nostro parere, come monete a tutti gli effetti.

20 lire · Aquila spiegata · Oro

Altre informazioni

Nel catalogo dell'asta Florange-Ciani 1922/916, dove fu dispersa la collezione del conte Philippe De Ferrari de La Renotière, comparve una moneta d'oro da 20 lire, del tipo "Aquila spiegata", datata 1910. Questa moneta, proprio in relazione della vendita citata, fu catalogata da Pagani [1982, p. 41, n. 665/1] e Simonetti [III, p. 96, n. 35/6]. In seguito D'Incerti [1956, pp. 108-148] ne segnalò un secondo esemplare, poi passato nella collezione Rocca, rinvenuto nell'aprile del 1956 in un banco di Cambio di Roma, che lo avrebbe individuato in un rotolo di comuni marenghi e che presentava un evidente logorio dovuto ad una lunga circolazione. Questa moneta, che non è conosciuta in nessun altro esemplare, non è presente nè nella collezione reale nè nel Museo della Zecca di Roma. Negli atti della zecca non ne fu mai trovata traccia e lo stesso Lanfranco, direttore della zecca nel periodo che ci interessa, non ne fece cenno in alcuno dei suoi scritti. A tal proposito, Luppino [2009, pp. 118, 293], l'ufficiale della GdF che condusse le indagini presso la zecca di stato e la collezione reale, afferma che: "[...] È stato altresì accertato che non sono mai state coniate dalla Zecca, almeno ufficialmente, monete da Lire 20 in oro con millesimo 1910 del tipo cosiddetto "aquila araldica" [Aquila spiegata]; le monete della specie che talvolta appaiono sul mercato sono da considerarsi pertanto dei falsi. Tale affermazione può essere fatta con certezza in quanto non sono stati rinvenuti, presso il magazzino materiale creatore, i relativi conî e matrici; anzi, in maniera inequivocabile, gli unici punzoni rinvenuti e riferibili al tipo di moneta riportano il millesimo parziale 190.., indice dell'utilizzo degli stessi per coniazioni dal 1900 al 1909 (di fatto sono note coniazioni per la detta moneta per gli anni 1902, 1903,1905, 1908). Analogo risultato è stato raggiunto esaminando i registri del materiale creatore. La stessa, inoltre, non è catalogata nella Collezione Reale e questo crediamo risolve ogni dubbio residuo. [...]." Dopodichè, lo stesso ufficiale, afferma che l'esemplare della collezione Rocca fu inizialmente posto sotto sequestro dalla GdF, all'inizio delle sue ormai famose indagini, e poi restituito allo stesso Rocca in quanto riconosciuto come "falso d'epoca" da un'apposita perizia, effettuata in zecca, in cui la moneta fu confrontata con il materiale creatore lì conservato e risultò non compatibile. Philippe De Ferrari de La Renotière scomparve nel 1917, eppure aveva in collezione questa moneta d'oro da 20 lire datata 1910, che, oltre a non essere compresa sia nella collezione reale sia in quella del Museo della Zecca di Roma, rimase sconosciuta fino alla data dell'incanto della sua collezione. Appare, pertanto, del tutto evidente, anche in considerazione di quanto scritto nella nota riguardante la moneta d'oro da 20 lire del 1908 dello stesso tipo, di come questo facoltoso collezionista fosse oggetto di "particolari" attenzioni mercantili da parte di "fornitori" dalle infinite possibilità.

Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione di monete d'oro, del nuovo sistema, pagando, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861 quale diritto di coniazione, 7,44444 lire per ogni chilogrammo di oro fino lavorato; cosiché, l'oro fino monetato, dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 3.437 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'oro era di 3.444,44444 lire al chilogrammo. Tuttavia, pur rimanendo valide le succitate norme e tariffe, sotto il regno di Vittorio Emanuele III la fabbricazione libera delle monete d'oro fu soggetta a disposizioni interne e regolata secondo le contingenze del Tesoro e delle lavorazioni di zecca, rimanendo di fatto virtualmente sospesa [Carboneri 1915b, pp. 299-300, 482, 843], per poi riprendere dal 1931 al 1938, anni in cui le monete d'oro furono coniate esclusivamente per conto di privati che, oltre a fornire il metallo, pagarono alla zecca la nuova tariffa per il diritto di coniazione di 22 lire per ogni chilogrammo di oro lavorato [MdF 1940, pp. 44, 46, 55, tab. B1, nota].

Le monete da 20 lire in oro, del tipo "Aquila spiegata", furono coniate dal 1902 al 1908, complessivamente, in 10.811 pezzi, per un totale di 216.220 lire, esclusi i pochi pezzi campione coniati nel 1908 di cui non si conosce il quantitativo [Carboneri 1915b, pp. 840-843, tab. A1; MdF 1940, p. 47, tab. A1].

20 lire · 1908 · Aquila spiegata · Roma · Oro

Stato scheda

Non completata

Oggetto emissione

Moneta

Tipo emissione

Non emessa

Nominale

20 lire

Valore unità monetaria

20 lire italiane

Materiale

Oro (Au)

Titolo

900‰

Tolleranza titolo

± 2‰

Anno

1908

Diametro

21 mm

Peso legale

6,45161 g

Tolleranza peso

± 2‰

Peso reale

6,407/6,465 g

Asse di conio a

180° (ore 6)

Tipo del dritto

Testa nuda

Legenda dritto
Tipo del rovescio

Aquila spiegata

Legenda rovescio
Tipo contorno

Godronato

Zecca
Zecca sigla

R

Produzione

Coniazione meccanica al "molinetto" con virola e cordone

Incisore capo
SPERANZA Filippo sigla

SPERANZA

Classe di conio

1ª Classe [nessun difetto di conio]

Rarità

Solo alcuni esemplari conosciuti (R5)

Normativa

Vittorio Emanuele III di Savoia (1900-1936) Re · Regno d'Italia

Serie

Stati italiani (dall'anno 800)

Monetazione

Regno d'Italia

Autorità

Vittorio Emanuele III di Savoia (1900-1936) Re

Dinastia

Savoia

Ramo

Carignano

Titolo

Re d'Italia

Ruolo

Re

Modalità

Legittimo

Politica

Stati indipendenti

Periodo unitario italiano

Unità monetaria

Lira italiana (17/07/1861 - 31/12/2001)

Tipi unità monetarie

Moneta effettiva (dal 17/7/1861 al 24/8/1862)

Moneta sussidiaria (dal 1914 al 1959)

Moneta sussidiaria (dal 24/8/1862 al 5/11/1878)

Moneta sussidiaria (dal 5/11/1878 al 1914)

Sistema ponderale
Unità ponderale
Anni

1901, 1902, 1903, 1904, 1905, 1906, 1907, 1908, 1909, 1910, 1911, 1912, 1913, 1914, 1915, 1916, 1917, 1918, 1919, 1920, 1921, 1922, 1923, 1924, 1925, 1926, 1927, 1928, 1929, 1930, 1931, 1932, 1933, 1934, 1935, 1936, 1937

Tipi emissione

Commemorativa

Necessità

Non emessa

Ordinaria

Per numismatici

Materiali

Argento (Ag)

Ferro (Fe)

Nichelio (Ni)

Oro (Au)

Rame (Cu)

Nominali

1 centesimo, Cu 960‰, 1 g

1 lira, Ag 835‰, 5 g

1 lira, Ni 975‰, 8 g

10 Centesimi, Cu 950‰, 5,4 g

10 Centesimi, Cu 960‰, 10 g

10 lire, Ag 835‰, 10 g

10 lire, Au 900‰, 3,2258 g

100 lire, Au 900‰, 8,799014 g

100 lire, Au 900‰, 32,258 g

2 centesimi, Cu 960‰, 2 g

2 lire, Ag 835‰, 10 g

2 lire, Ni 990‰, 10 g

20 centesimi, Ni 250‰, 4 g

20 centesimi, Ni 975‰, 4 g

20 lire, Ag 600‰, 20 g

20 lire, Ag 800‰, 15 g

20 lire, Au 900‰, 6,45161 g

20 lire, Au 900‰, 32,258 g

25 centesimi, Ni 975‰, 4 g

5 centesimi, Cu 950‰, 3,25 g

5 centesimi, Cu 960‰, 5 g

5 centesimi, Fe 750‰, 2 g

5 lire, Ag 835‰, 5 g

5 lire, Ag 900‰, 25 g

50 centesimi, Ni 975‰, 6 g

50 lire, Au 900‰, 4,399507 g

50 lire, Au 900‰, 16,129 g

Tipi del dritto

Aquila spiegata

Italia agricola

Italia seduta

Scudo sannitico

Semibusto in uniforme

Semibusto in uniforme col collare

Testa elmata

Testa nuda

Iscrizione dritto
Tipi del rovescio

Ape su fiore

Aquila romana

Aquila spiegata

Fante vittorioso

Fascio littorio

Giustizia su quadriga di leoni

Italia aratrice

Italia e Roma genitrice

Italia marinara

Italia su biga briosa

Italia su quadriga briosa

Italia su quadriga veloce

Libertà librata

Littore

Littore e Italia genitrice

Scudo triangolare

Spiga

Valore entro esagono

Valore entro semicorona di alloro e quercia

Valore su due rami di alloro

Legende rovescio
Tipi contorno

Con legenda

Godronato

Liscio

Legenda contorno
Zecca

Roma, R

Produzioni

Coniazione meccanica al "molinetto" con virola e cordone

Coniazione meccanica con presse monetarie rapide

Capi incisori

GIORGI Luigi, Senza marchio, Roma

GIORGI Luigi, L G I, Roma

GIORGI Luigi, L GIORGI I, Roma

GIORGI Luigi, L GIORGI INC, Roma

MOTTI Attilio Silvio, Senza marchio, Roma

MOTTI Attilio Silvio, A M, Roma

MOTTI Attilio Silvio, A M INC, Roma

MOTTI Attilio Silvio, A MOTTI, Roma

MOTTI Attilio Silvio, A MOTTI INC, Roma

SPERANZA Filippo, Senza marchio, Roma

SPERANZA Filippo, S, Roma

SPERANZA Filippo, SPERANZA, Roma

Modellisti

BISTOLFI Leonardo, [LB]ISTOLFI M (L B in nesso), Roma

BONINSEGNA Egidio, E BONINSEGNA M, Roma

BROZZI Renato, R BROZZI, Roma

CALANDRA Davide, D CALANDRA, Roma

CALANDRA Davide, D CALANDRA M, Roma

CANONICA Pietro, Senza marchio, Roma

CANONICA Pietro, P C M, Roma

CANONICA Pietro, P CANONICA M, Roma

MISTRUZZI Aurelio, MISTRVZZI, Roma

MORBIDUCCI Publio, P MORBIDVCCI, Roma

MOTTI Attilio Silvio, A MOTTI, Roma

ROMAGNOLI Giuseppe, Senza marchio, Roma

ROMAGNOLI Giuseppe, G R M, Roma

ROMAGNOLI Giuseppe, G ROMAGNOLI, Roma

TRENTACOSTE Domenico, D TRENTACOSTE, Roma

Gigante Fabio
Fabio Gigante
Monete del Regno d'Italia e delle sue Colonie
Digital Encyclopedic Edition
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